Il ruolo di un corretto stile di vita nella prevenzione delle patologie oncologiche

Durante Ottobre Rosa, il mese della prevenzione del tumore al seno, sono state tante le occasioni per parlare del rapporto tra stile di vita e prevenzione delle patologie oncologiche. Uno dei momenti che mi hanno vista protagonista è stato l’evento che si è tenuto lo scorso 16 ottobre presso l’Istituto di Istruzione Superiore Beccari di Torino nell’ambito del progetto Nutrimento de l’Alma, ideato e promosso da Casa Maternità Primaluce.

Ospite della serata Maria Piera Mano, ginecologa, oncologa, professoressa universitaria, nonché Presidente di LEM APS, l’Associazione che da quasi 15 anni opera sul territorio di Torino per promuovere stili di vita in accordo con la salute dell’uomo e del pianeta.

Al termine della conferenza è stata servita la cena con un menù dedicato. In questa cena ho riversato le mie esperienze e conoscenze in cucina per la prevenzione e la salute. Ho scelto di realizzare un menù completamente vegetale, perché è proprio la materia prima vegetale che le persone padroneggiano di meno. Di questa materia prima, poi, apprezzo non solo l’aspetto salutare, ma anche il fatto che mi dà la possibilità di realizzare una cucina veramente inclusiva. Consente, per esempio, di superare agevolmente lo scoglio delle più comuni intolleranze e allergie (come lattosio e glutine), nonché di andare incontro alle aspettative delle sempre più numerose persone che scelgono di non mangiare cibi animali, per ragioni etiche, ideologiche, religiose.

Da anni mi formo in questo campo con esperienze plurime senza perdere mai di vista i dettami delle raccomandazioni e delle linee guida degli organismi che ai vari livelli si occupano della nostra salute. La collaborazione con LEM APS, iniziata quasi dieci anni fa, mi inserisce in una rete di professionisti e specialisti con i quali mi posso confrontare e aggiornare costantemente.

Oggi vi illustro la visione di Maria Piera Mano, Presidente di LEM APS.

Il momento della presentazione

D. Professoressa Mano quanto pesa uno stile di vita corretto nella prevenzione delle patologie, in generale, e di quelle oncologiche, in particolare?

R. Tanto! L’OMS ha stimato che il peso dello stile vita raggiunge l’80% così ripartito: 40% alimentazione e 60% attività motoria (fatto 100 l’80% si intende). Guardate non c’è nessuna terapia oggi che ci dia una risposta di questo tipo. Noi oncologi lo andiamo dicendo da tempo. La prima edizione del Codice europeo contro il cancro, che recepisce le indicazioni del Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro, risale al 1987. Io sono stata protagonista degli studi epidemiologici che vanno sotto il nome di Progetto Diana per la prevenzione delle recidive nelle donne con diagnosi di tumore al seno. Da anni dunque raccomando alle mie pazienti e formo i miei colleghi medici, perché prescrivano ai loro pazienti l’adozione di uno stile di vita corretto, per massimizzare e stabilizzare gli effetti delle terapie”.

D. Quali sono dunque le principali indicazioni?

R. Come dicevo, è molto importante l’attività motoria. Quella più corretta è di tipo posturale. A seguire un’alimentazione che preveda un’alta quota di cereali integrali, legumi e verdure, cucinati in modo corretto per trarre il meglio dei loro nutrienti e, cosa altrettanto importante, per mantenere un impatto glicemico basso. Uno stretto controllo dell’assunzione di zuccheri semplici, che sono il vero nemico dell’oncologo. Infine, non dobbiamo dimenticare la cura della nostra sfera psico-emotiva. Coltivare la nostra creatività aiuta a trasformare il distress in eustress. LEM APS, l’Associazione che presiedo fa proprio questo. Con l’aiuto di collaboratori e docenti qualificati, che ho accuratamente selezionato nel tempo, propone attività nel campo della cucina, delle arti e motorie e della creatività per aiutare le persone a intraprendere il percorso di cambiamento, che li porterà a mantenere o a ripristinare condizioni di salute.”

D. Quali sono le difficoltà che incontrano le persone in questo percorso?

R. Dipende dalle persone, ma, a seconda dell’esperienza di vita di ciascuna, c’è sempre un punto debole. Venendo a questa serata che proseguirà con una cena progettata ed eseguita secondo le raccomandazioni del Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro, quello dell’alimentazione è sicuramente uno di quelli che presenta le maggiori resistenze. In primo luogo, le persone in genere pensano che mangiare sano, non significhi mangiare buono e gustoso. Poi a causa dell’evoluzione dell’industria alimentare dal secondo dopoguerra a oggi le persone hanno disappreso a mangiare i cibi giusti per la nostra salute, appunto cereali integrali, legumi e verdure. Infine, quando le persone malate si convincono dell’importanza di uno stile alimentare corretto, spesso trovano resistenze in famiglia e fanno difficoltà a gestire il cambiamento. Quindi il grosso lavoro che fa LEM APS è aiutare le persone a sviluppare le consapevolezze necessarie alla gestione del proprio stato di salute e benessere psico-fisico.

La conferenza prima della cena

Il progetto “Nutrimento de l’Alma” prevede la partecipazione degli allievi dell’IIS Beccari, con cui ho avuto l’opportunità di realizzare i piatti, spiegando le motivazioni che stanno dietro alle mie scelte. È stata una bella occasione per mettere in pratica in cucina quello che studiano a scuola attraverso materie come scienza e cultura dell’alimentazione.

Proprio perché oggetto di un’attività formativa per i futuri cuochi, ho dato al menu una scansione classica.

Eccolo in dettaglio.

Amuse-bouche

Vellutata di carote al limone con yogurt di soia

Antipasto

Flan di broccoli in salsa di olive e capperi

Primo

Gnocchi di zucca con chips di cavolo nero

Secondo

Trionfo d’autunno: miglio ai funghi, mousse di ceci e castagne, verdure dell’orto

Dolce

Riso e nocciola

L’evento, realizzato presso il Ristorante Il Mulino dell’IIS Beccari, è andato sold out! 68 commensali attenti alla conferenza ed entusiasti alla fine della serata.

Ha lavorato e diretto i ragazzi con me il Prof. Giuseppe Milioti, cui va il mio più sentito ringraziamento. Un grazie altrettanto sentito va al Prof. Gabriele Imparato, che con i suoi allievi ha curato l’allestimento e gestito la sala. Last but not least, il mio grazie va all’Associazione Casa Maternità Primaluce, che ha ideato il progetto e che mi ha scelto per realizzarlo insieme all’amica e collega Aurelia Mondino , e al Prof. Pietro Rapisarda che l’ha accolto nella sua scuola con grande disponibilità e impegno.

La brigata di cucina