Il cibo: la medicina più importante

L’attenzione con la quale un numero sempre maggiore di persone cerca di mantenere la propria salute fisica e mentale, seguendo un’alimentazione equilibrata, ci riporta a tempi molto antichi, quando ai primordi della storia, il cibo divenne uno dei cardini della speculazione filosofica. In quei tempi, la medicina affermava che la natura aveva in sé la principale forza risanatrice (vix medicatrix naturae) e che il cibo rappresentava la medicina più importante, l’unica in grado di svolgere anche una vera azione preventiva.

Da Oriente a Occidente dall’antichità fino a tempi recenti, si è data al cibo un’importanza enorme che solamente la grande industria alimentare moderna è riuscita a stravolgere. L’esigenza assolutamente fittizia che l’uomo moderno ha per le proteine animali, oltre a sconvolgere le sue abitudini millenarie, sta sconvolgendo il pianeta, tramutandolo in una terra riarsa e sterile. Tutti coloro che si occupano di problemi ecologici, sanno che per salvare il mondo dalla distruzione, bisogna cambiare le abitudini alimentari dell’Europa e dell’America. Lo spettro di una catastrofe planetaria, causata in massima parte da un’alimentazione sbagliata, fa rivivere con una rinnovata emozione le antiche dichiarazioni della filosofia vedica:

«Io – il CIBO – sono la nube, il tuono e la pioggia.

Gli esseri si nutrono di ME. – Io nutro ogni cosa.

Io sono la vera essenza dell’universo, immortale.

La mia forza fa splendere tutti i soli del cielo».”

Così esordiva Bruno Romano nella prefazione a un libro quasi profetico di Michio Kushi dal titolo Mondi dimenticati. Era il 1992: mai come oggi queste parole mi sembrano attuali.